Al termine della giornata del Venerdì Santo la città sembra vivere con il fiato sospeso, in religioso silenzio, l'arrivo del Sabato Santo, allorquando a mezzanotte, con la funzione della "Resuscita", "scattìano" (si sciolgono) le campane, dopo il lungo silenzio che dura dal Giovedì Santo e, in una gara festosa, risuonano, prima quelle della Chiesa Matrice poi, nell'ordine, tuona, nella valle, il campanone della chiesa di S. Bartolomeo e, ultime a quietarsi sono quelle di Santa Maria la Nova, perché il rito di Pasqua appartiene ad essa e perciò qui si celebra con maggiore solennità.
È qui che schiere di ragazzi attendono con impazienza la fine della funzione del Sabato Santo e, insieme ad una folla traboccante da ogni navata della chiesa, accolgono, fra le acclamazioni di esultanza, la statua del Cristo Risorto, al grido di "Gioia".
Infatti, nel pomeriggio del Sabato Santo i confrati della Confraternita di Santa Maria la Nova hanno già traslato il simulacro del Cristo Risorto dalla nicchia dove è custodito
tutto l’anno sino ad una postazione dietro l’Altare Maggiore. Qui la
Statua viene sollevata lentamente da un meccanismo a manovella grazie al
quale durante la notte (“crisci, crisci” si diceva un tempo) avverrà la Resurrezione.
Tutta la Comunità sciclitana vive lo spirito di contrizione che promana dai Misteri contemplati nelle celebrazioni e nelle funzioni della Settimana Santa, in attesa della Rinascita prefigurata dal Cristo Risorto, l'"Omu Vivu" che tutti gli sciclitani, e non solo, si apprestano a festeggiare già dalle prime ore della mattinata del giorno di Pasqua.
- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dal sito "Comune di Scicli".
- Foto tratta dalla pagina facebook "I love Scicli".
